Consulenza
Psicologica

Quando il conflitto con se stessi e con altre persone ci manda in tilt

Problemi

DIFFICOLTÀ RELAZIONALI

Le persone sperimentano difficoltà nelle relazioni che possono essere legate a timidezza, bassa autostima ma anche a piccole o grandi esperienze traumatiche passate.

DISAGIO ADOLESCENZIALE

L’adolescenza è un delicato momento di crescita che può portare al disagio silenzioso dell’auto esclusione o a una più visibile conflittualità con l’ambiente famigliare e sociale.

DISTURBI D'ANSIA

L’ansia è un’emozione caratterizzata da preoccupazioni, timori ricorrenti ed evitamento delle situazioni avvertite come minacciose. I disturbi d’ansia sono molto comuni, ne soffre circa 1 persona su 20.

DEPRESSIONE

La depressione è caratterizzata da tristezza marcata spesso accompagnata da una sensazione di perdita o da una perdita effettiva. Coinvolge il 15% della popolazione, ma la percentuale è in aumento.

Servizi offerti

Consulenza

Il conflitto con il prossimo rimanda sempre a delle parti di noi che hanno bisogno di essere riconosciute e accolte; avere una buona relazione con noi stessi e con gli altri dipende anche dal valore che diamo alla cura della nostra crescita personale. Mediando offre diversi strumenti da mettere in campo per questa ricerca, avvalendosi anche di collaborazioni esterne che permettano alla persona di lavorare sulle proprie ferite e blocchi interiori e riattivare le proprie risorse in un approccio integrato mente/corpo.

Mediando offre uno spazio psicologico individuale, volto a sostenere le persone dalla pre-adolescenza all’età adulta, accompagnandole a sviluppare nuove strategie che possono aiutarle a far fronte alle situazioni che provocano disagio.
Gli incontri sono focalizzati a far luce sulle difficoltà più rilevanti, individuare gli stili di pensiero e i comportamenti alla base della sofferenza emotiva e a rafforzare le competenze della persona, per arrivare a raggiungere obiettivi personali e a migliorare la qualità delle relazioni con l’altro, in un contesto di privacy, fiducia e alleanza.

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Le problematiche verranno affrontate proponendo percorsi che spaziano dal counseling alla psicoterapia ad indirizzo cognitivo-comportamentale e sistemico-familiare, utilizzando strumenti mirati e personalizzati come, ad esempio, la tecnica EMDR per la rielaborazione del trauma.

Oltre a percorsi formativi brevi è attivo ormai da anni il corso annuale di mediazione dei conflitti rivolto a singole persone o professionisti che vogliano trasformare il proprio stile conflittuale e apprendere strumenti concreti di gestione dei conflitti.

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Case History

Una donna giovane arriva in terapia riferendo di non riuscire a lavorare bene ultimamente, di sentirsi “strana” e tesa. Soffre di frequenti mal di testa e stanchezza quotidiana. Dice di non riuscire ad affrontare le cose, di sentirsi “bloccata”. Si sente “troppo paziente, sottomessa agli altri”, incapace di litigare per “paura di perderli”. Si percepisce debole, troppo accondiscendente, sente che gli altri la giudicano e che sono “meglio di lei” in molte aree della vita.
Inizialmente abbiamo analizzato insieme la sua storia di vita e messo in luce gli eventi più critici e le dinamiche familiari e personali disfunzionali.

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Abbiamo quindi concordato di lavorare su alcuni temi di pensiero, da lei riconosciuti:
Il rimuginio continuo su dubbi relativi alle sue scelte e alle sue azioni
L’ autostima: l’idea di sé è legata a quella che gli altri hanno di lei
La ricerca di conferme all’esterno e la dipendenza dal confronto con gli altri
Il riconoscimento dei propri scopi e dei propri bisogni
Il riconoscimento delle emozioni in particolare modo la rabbia
Il percorso terapeutico ha permesso alla paziente di avere una consapevolezza maggiore dell’apprendimento di dinamiche relazionali simili a quelle esistenti tra i suoi genitori e di prenderne le distanze. Riesce ora a riconoscere maggiormente le sue emozioni e ogni tanto si permette di arrabbiarsi, sentendosi in questo modo più efficace e senza paura di incrinare i rapporti.


Una mamma si rivolge a noi per un problema con la figlia adolescente. Riferisce di essere molto preoccupata in quanto la ragazza è molto chiusa, ha pochi amici e non esce quasi mai. Affronta la scuola con grande impegno ma con troppa competizione, è costantemente preoccupata dei voti e del giudizio dei professori. E’ già seguita per un disturbo specifico dell’apprendimento e in passato ha fatto alcuni percorsi terapeutici, tutti interrotti perchè la madre non era soddisfatta dei professionisti che l’avevano presa in carico.
Frequenta una scuola di danza classica rinomata, la madre dice di spronarla molto perchè l’insegnante riferisce che è una delle più brave ma ultimamente si è rifiutata di partecipare ad alcuni stage, dicendo che non ne aveva voglia.
Approfondendo la storia familiare emerge un’aspettativa genitoriale molto alta nei confronti della ragazza e un bisogno di controllarla e proteggerla che rimanda a dinamiche disfunzionali che fanno parte della sua famiglia di origine. Emergono anche problemi col marito che è spesso assente.
Si è condiviso con la mamma di iniziare un percorso con lei, senza coinvolgere la figlia già sovraccaricata di impegni e già seguita da diversi specialisti (cosa che le potrebbe rimandarle un’idea di sé come debole e fragile) e di lavorare sulle proprie aspettative personali, sulla sua storia di vita e sulla relazione di coppia.

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